lux in terra est – SARA DELL’ONZE
11 gennaio – 4 febbraio 2023
in Via Garibaldi 22 a Ferrara
“C’è la catasta di quello che era e non è più. C’era l’intenzione di portare il “bello” laddove si annidava il cupo che invadeva l’uomo … ciò non è più … solo scorie, detriti, emozioni pianificate dai social e per questo cancellate.
Sara Dell’Onze lavora sulla luce, crea graffiti contemporanei che riportano come attuali i segni preistorici ancora leggibili a Lascaux, nelle sue grotte, desiderosi della luce. Lì era la storia che nasceva e quei primari disegni ne diventano testimoni.
Ecco allora che dalla “catasta” informe dell’oggi, su candide pergamene Sara Dell’Onze riporta il primario disegnare al nuovo segno attuale per ricominciare ad illuminare il buio della quotidianità e dare nuova forma alla omologazione del “tutti simili”.
Il Candido Monolite e la grande carta disegnata sono lì ad indicarci la volontà dell’artista di portare, non al cielo ma alla terra, la luce salvifica dell’arte, che da sempre ha condotto l’uomo verso “visioni” che ne hanno reso il suo elevarsi dal nulla che lo circondava.”
testo a cura di Giorgio Cattani
“Che oggi tocchi specie all’artista la restituzione del bello in un mondo triste e piccolo, imbruttito da chi lo abita e lo ha abitato negli ultimi decenni, che tocchi ai poeti dell’anima, a chi con il tocco delicato del sentire restituisca valore alla semplicità e all’ordine perduto, è fuori da ogni dubbio.
Dubbia resta invece la possibilità in un tale ammasso di cose inutili, di raccoglierle a parte e restituirle a chi è responsabile del grande inganno e tradimento. Mettere le cose una sull’altra, e anche gettare altrove, spostare il superfluo, cancellarlo dalla propria esistenza, ripulire se stessi per essere di nuovo nudi davanti all’alba che si deve potere prospettare seppure oramai abituati alla cecità. “I poeti … gli ultimi arrischianti …”, scriveva nel secolo scorso il tanto discusso Martin Heidegger. E aveva visto bene come spesso accade a chi ritiene la filosofia prima di tutto “magister vitae”.
Sara Dell’Onze lavora sulla luce, accennando attraverso graffiti contemporanei questo desiderio di una luce che rischiari gli orizzonti.
Il monolite appare nella sua totale purezza ma la direzione non è il cielo, bensì questa terra oggi così cupa da odorare di putrefazione, poiché disanimata e affamata di nuovi orizzonti.
Nella semplicità del segno della Dell’Onze si raccoglie questo invito. Mettere sotto i piedi ciò che ostacola al nuovo inizio e camminare adesso alla terra rischiarata e ripulita a piedi nudi.”
testo a cura di Francesca Boari