fbpx

floralis canticum

floralis canticum – GIANNI CESTARI

11 febbraio – 5 marzo 2023

in Via Garibaldi 22 a Ferrara

“… Sembra così semplice parlare di un fiore, eppure Gianni Cestari pur rispettandone la semplicità, disegnando forme semplici quasi infantili, ci porta ad una visione “altra”. Sì la forma del fiore è da favola e se volete si nota il sapore delle ninfee di Monet, certo, ma è proprio in questo “rassicurare” che l’artista riesce a condurci oltre, infatti pone a fronte dei petali così dichiarati al primo sguardo l’elemento che pare un intruso e che così non è. È sì un fiore ma il suo essere da pianta carnivora ci fa sussultare e riflettere: non tutto in natura é idilliaco vi è anche una voracità nascosta dalla seduzione della forma … Così come nelle favole appare si la mamma buona ma fa parte della favola anche la matrigna che porta al male …
È questo che Gianni Cestari vuole dirci “Fate attenzione alle apparenze” la bellezza e l’armonia non sono regali dovuti, ma sentieri cercati, studiati e conquistati, questi sentieri hanno un solo nome “Cultura.”

testo a cura di Giorgio Cattani

“All’origine dell’opera dell’artista Gianni Cestari è il gusto per la contrapposizione tra ciò che è nella sua rappresentazione materica e ciò che allude attraverso la sua essenza. Il fiore diventa così, nella sua apparizione fugace ed illusoria, un tramite per alludere alla leggerezza e all’incanto che spesso ne consegue.
Percorrendo con il pennello i confini da esso tracciati nel suo mostrarsi al mondo, l’artista utilizza colori tenui, una sorta di sfumato che traduce il fiore in altro da sé. Ecco di nuovo il trionfo del simbolico per poter sopportare il confronto obbligato con tutto ciò che è materico.
Ed è così che quella inevitabile lotta iniziale tra spirito e materia, essere e non essere, si traduce negli occhi dell’osservatore in un magico ed armonioso incontro tra contrari.
“Non c’è realtà permanente ad eccezione della realtà del cambiamento; la permanenza è un’illusione dei sensi”, si legge in un frammento eracliteo di antica memoria.
Ed è quello che sembra suggerire la poetica di Cestari laddove il fiore, di indicibile bellezza, si mostra però altrettanto sfuggente e dilatato fino a sembrare anche altro da ciò che è. Fiori senza nome, senza tempo e senza alcuno spazio certo su cui posare o riposare. Fiori lanciati nella loro intrinseca bellezza sugli occhi dello spettatore, per poi ritirarsi nella loro ineluttabile inafferrabilità. Solo trattenendo questa forza, l’invisibile potrà conciliarsi con l’opposto che si concretizza in tutta la sua evidente potenza giusto a fianco.”

testo a cura di Francesca Boari